lunedì 9 luglio 2007

in Nero Raggiante - 1. Torbido Risveglio

Doverosa precisazione: qualche post addietro ho accennato al fatto che il mio prode fratello (Giuseppe) ha ultimato un bel romanzo da un popò di pagine e fatti. Qui di seguito, uno dei capitoli.
Ripeto la precisazione: Ciò che segue - e ciò che seguirà con etichetta "Nero Raggiante" - è opera di Giuseppe Porto, non mia.
Enjoy
Quando combino qualche malefatta, o quando faccio un torto a qualcuno che non se lo merita, sento salirmi dentro una strana sensazione. È una specie di nausea lieve accompagnata a un leggero bruciore di stomaco. L’ho sempre provata, sin da quando, da bambino, la facevo sotto il naso ai miei genitori. E la provo anche stamattina, insieme al classico voltastomaco da dopo-sbornia che credo non mi abbandonerà per tutta la settimana, tanto ho bevuto ieri. Sento le farfalle nello stomaco, come se avessi combinato un bel guaio. Ma non riesco a ricordare, forse per via del mal di testa che non vuole saperne di sparire. Cerco di girare leggermente la testa verso la mia fida radiosveglia per capire che ore sono. Con quel poco di vista periferica che mi rimane agguanto un undici e un quaranta. Tiro un bel respiro profondo e mi dico che è arrivata l’ora di mettere fine al walhallah che i vichinghi hanno combinato nella mia testa. Concentro tutte le mie forze e tento di risvegliare un muscolo alla volta, per non amplificare il dolore causato dal chiodo virtuale che mi trafigge il capo. Braccio destro ok. Occhio destro ok. Falangi, falangine e falangette mano destra ok. Mi sento come Robocop, solo con più mal di testa. Gamba destra ok. Piede destro ok. Bene, il check control effettuato sul primo lato del corpo è stato completato con successo. Passo baldanzoso alla parte sinistra. Tra pochi minuti potrò alzarmi dal mio caro lettuccio e fare una doccia ristoratrice. Braccio sinistro… braccio sinistro… Oh mio Dio! Non sento più il braccio sinistro! Porca troia! Cosa diavolo sarà successo veramente stanotte? Oh cielo! Stai a vedere che è andata a finire come in quei film americani di serie B, dove ti drogano con il Martini e poi ti portano in una clinica piena di medici non abilitati all’esercizio della professione che ti staccano parti del corpo per rivenderle al mercato nero! Oh Dio! Ti prego, fa che non sia così, il mio braccio sinistro mi serve! Non sai mai quante cose si possono fare con un braccio sinistro. Raccolgo tutte le mie energie, stringo gli occhi a fessura e cerco di controllare la gamba mancina. Se soltanto avessi ancora un collo degno di tale nome mi volterei di scatto per controllare come stanno le cose. Ma tra il dolore che mi attanaglia il deltoide e la fifa di trovarmi smembrato non riesco a girarmi neanche di quel tanto che basterebbe a guardare la mia spalla sinistra. Tento di muovere la gamba. Provo un male cane. Ma ecco… Si, la sento! È intorpidita da morire ma la gamba sinistra è ancora attaccata al mio corpo. Sono felice. Forse non potrò mai più giocare a pallavolo ma la mia partita settimanale di calcetto non me la toglie nessuno! In questo impeto di felicità trovo una forza inaspettata: riesco a sciogliere pianino pianino il muscolo del collo. Ho una paura dannata. Devo scegliere e farlo presto. Guardare il braccio mancante oppure focalizzare la mia attenzione sulla gamba ritrovata? Decido che per le tragedie c’è sempre tempo. Meglio dedicarsi alle soddisfazioni. Abbasso lentamente la mia testa bagnata di sudore e guardo la parte inferiore del mio corpo. Oh cazzo! Oh santissimo cazzo! Una visione orrenda riempie i miei occhi, collosi a causa del muco notturno: ho tre gambe! Tre gambe! E non parlo di tre gambe qualsiasi: due sono le mie ma una è perfettamente sconosciuta. E soprattutto è brutta! Tremendamente brutta! Il piede è montato di traverso rispetto ai miei. Il tallone è dalla parte del mio piede sinistro, l’alluce da quella del destro. Ed è un alluce valgo! La caviglia non è per nulla degna del nome che porta: somiglia più a un salame felino bolognese mangiucchiato. Il polpaccio ha una strana forma cilindrica ed è tozzo da morire. Il ginocchio sporge in modo innaturale. Sembra un bracciolo di quelli usati da chi non sa nuotare. E la coscia… La coscia! È cellulite pura, per tutta la lunghezza. Un enorme zampone! Mi hanno montato un cotechino gigantesco! Farabutti! Bastardi! Sono sicuramente finito tra le mani di un moderno dottor Moreau. Non sono più un uomo. O almeno, non un uomo qualunque. Ho voglia di piangere. Ma qualcosa attira la mia attenzione. È un rumore strano. Un suono profondo, gutturale. Non è umano. Sicuramente non è umano. Ed è qui, dentro la mia stanza. Cerco con lo sguardo la sorgente sonora. Lancio un’occhiata furtiva alla sedia della scrivania. È piena di vestiti, i miei, ma sicuramente non è il rifugio del medico pazzo. Il rumore si attenua. Adesso è un rantolo sommesso, appena percepibile. Tendo l’orecchio e capisco: il suono proviene dalla mia schiena. Il vigliacco si è nascosto nel mio letto! Sento il suo respiro. Riesco a sentire il suo respiro! Il fiato è sul mio collo. La puzza del suo alito mi trafigge le narici. L’istinto di sopravvivenza ha la meglio sul dolore fisico: prendo la difficile decisione di voltarmi. Non sarà facile. Il torcicollo mi tormenta e oltretutto ciò che potrei scoprire mi spaventa. Non so se riuscirei a reggere alla vista del moncherino del mio povero braccio sinistro. Ma prendo il coraggio a quattro mani. Non prima, però, di essermi furtivamente armato di una ciabatta che dormiva placidamente al lato del mio letto. Mi giro di scatto urlando! Nella stanza risuonano il crac sordo del muscolo del collo e il mio urlo da mujaidin afgano!
- Allallallallallallallallalla!
- Aaaaaah!
- Bastardo! Ti uccido! Ti uccido!

Il mio braccio! Il mio braccio c’è ancora! Non riesco a vederlo a causa della penombra che la persiana chiusa genera nella stanza ma sono sicuro che sia ancora al suo posto, dove è stato fino ad oggi e dove sempre deve stare. Il medico satanico urla! Chevvoce! È quasi più maschia della mia!
- Maledetto! Ho tre gambe! Tre gambe!
- Aaaaaah! Fermati! Ti prego, fermati!
- No! Ti uccido!
- Fermati! Che dici! Guardami! Non mi riconosci?

Il medico gioca di psicologia. Ma non mi farò abbindolare tanto facilmente! Scivolo abilmente alle sue spalle e lo afferro alla gola con il mio fido braccio destro. Se Hulk Hogan mi vedesse sarebbe fiero di me!
- Chi sei? Bastardo, dimmi chi sei? Per chi lavori?

Mi sento un agente speciale in azione. Sono contemporaneamente arma letale uno, due, tre e quattro! Mel Gibson mi fa le pippe, mi fa!
- Se non vuoi morire dimmi chi sei e per chi lavori! E dimmelo adesso!
- Ma che dici? Lasciami, sto soffocando!
- Dimmi tutto, verme schifoso!
- Io non lavoro per nessuno! Sono disoccupata!

Disoccupata? In che senso? È una donna! Con quella voce! Oh schifo! Quella voce…
- Chi… chi sei?

Ho un tremito. Capisco, prima ancora di sentire la risposta, il perché della sensazione tipica da malefatta. Adesso si che si spiegano le falene nello stomaco.
- Sono io, idiota! Nerina!

Nerina! NERINA! Signore Iddio e tutti i santi e la madonna! Vi prego! In ginocchio vi prego! Fate che abbia capito male! Fate che abbia detto “Sono io, il cattivo più cattivo del mondo! Il fratello stronzo di Gheddafi! Il nonno sadico di Saddam! Lo zio omosessuale di Bush! E te lo infilo in quel posto!”. Fate qualcosa, qualsiasi cosa, ma ditemi che quel mostro informe che ho tra le braccia non sia Nerina!
- Lasciami il collo! Mi stai facendo male!
- Ma… Nerina! Cosa cazzo ci fai nel mio letto?!?
- Ti ho accompagnato a casa io, stanotte. Eri ubriaco fradicio, non saresti riuscito a rientrare da solo… così ho pensato di darti uno strappo io.
- Ma non eri ubriaca anche tu?
- Si un po’. Ma eri così dolce mentre dormivi che ho raccolto tutte le mie energie pur di riportarti a casetta tua…
- Perché? Cristo santo! Perché non mi hai lasciato dov’ero! E soprattutto: perché sei tutta nuda sul mio letto?
- Non sono nuda! Non vedi che ho le mutande? Ehi, ascolta un po’ qui: cosa ne diresti di continuare questa conversazione senza la morsa del tuo braccio intorno al mio collo? Sai, fa un po’ male…

Che diamine sarà successo stanotte? Ho più paura ora di sapere questo che prima di scoprirmi senza braccio. E poi ancora: la gamba tra le mie era la sua! Chesschifo! Ha due mortadelle Fiorucci al posto delle zampe!

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Con i colori sembri pure cavartela, ma, fattelo dire, come scrittore sei meno che mediocre.
Hai ancora un bel po' da esercitarti.

Lester K. Chaykin ha detto...

Grazie mille per essere passato da qui! Mi piacciono tanto gli elogi quanto le critiche, se costruttive (e anche non!)

A presto!

P.s. Non dicevano così anche di Selby Jr.? :)