giovedì 22 febbraio 2007

in Samurai

Chine: Matteo Scalera
Colori: miei
Tempo impiegato: mmm... qualche oretta


giovedì 15 febbraio 2007

in Gioventù

La notizia, di qualche giorno addietro, è la seguente:

"Risulta disperso Jim Gray, pluripremiato informatico americano sulle cui ricerche si basano importanti programmi di mappatura elettronica come "Google Earth". Gray domenica si era recato in mare al largo di San Francisco per disperdere in acqua le ceneri della madre 97enne, scomparsa nel 2006, e non è più rientrato."

E' innegabile che, se da un lato è enorme la drammaticità dela notizia, è anche vero che non si può non rimanere esterrefatti da un piccolo particolare. Contemplate queste due paroline: "Disperso" e "Google Earth".

Al giorno d'oggi, fortunatamente, non è più necessario spiegare termini che fanno parte della quotidianità; non fate i tonti, avete una connessione internet e quindi AVETE cazzeggiato in maniera suprema su Google Earth, suvvià!

Ho un ricordo di quando, in Gioventù, ero solito frequentare la scuola materna che si trova a poche centinaia di metri da casa. La cara mamma, tutte le santissime mattine, aveva la briga di "consegnarmi" e poi venirmi a "ritirare", in stile Pacco Celere 3 con assicurazione e tracciabilità 24su24h.
Mi divertivo, niente da dire. Fuori dall'edificio, un piazzale enorme con panchine, muretti e tanto verde in cui poter scorazzare liberi et felici, come le farfalle.
Un bel dì, mentre la mammina cara si intrattenne per scambiare due chiacchiere con la dolce maestrina di 96 anni o giù di lì, venni colto da un vento di libertà che ricordo ancora bene e che mai più - per il resto della mia intera vita - si presentò. Quei prati verdi mi chiamavano, erano la disneyland dei miei quattro anni. Approfittai della distrazione di mamma per correre a perdifiato su quell'erbetta d'altri tempi. E correvo, correvo. Quando - dopo essermi sollazzato per benino in quel paradiso terrestre - mi voltai e non trovai la figura materna, scoppiai in un pianto in stile "acquazzone estivo". Ricordo benissimo la dolce signora che mi si avvicinò e mi disse: "Che succede, bimbo?" e la mia dolce e sussurrata risposta: "HO PERSO MAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAMMMAAAAAAA!!!! BHUAAAAAAAAAAAAAAA!!!!".
Fortunatamente - come ogni chioccia che si rispetti - la bionda mammina arrivò nel giro di pochissimi istanti. Per me, un batuffolo di uomo alto una novantina di centimetri, quel piazzale era enorme mentre, per un adulto, sarà stato un fresh&clean si e no di venti metri quadri.

Tornando al povero Gray. E' davvero paradossale, a ben vedere, come possa essere "disperso" un uomo che ha creato "Google Earth"! E' come un pasticciere diabetico o un pescatore col mal di mare. Cioè, fa strano no?
Hai creato un progetto che permette di visitare luoghi di tutto il mondo, mari, fiumi, strade. Per poco, con Google Earth, non si arriva a vedere anche la muffa nella parete dello stanzino di casa mia... e ti vai a perdere mentre sei in giro con la barchetta?
L'evento è spiacevole ma ha il suo lato ironico.
Speriamo vivamente che l'ingegnere - posso chiamarlo Jim? - venga recuperato al più presto, giusto per il piacere di poterlo sbeffeggiare senza pietà alcuna.

Tempo: Nell'era moderna, in cui tutti ci si sente invincibili e superiori, gli eventi ci dimostrano che l'uomo rimarrà sempre una spanna indietro rispetto ciò che lo circonda. E' questa la grandezza della Vita.
Luogo: Jim - posso chiamarti Jim, vero? - ma in quale cazzo di Luogo sei finito?!? Torna presto che comincia a far buio.

martedì 13 febbraio 2007

in RGB

Una colorazione.
  • Matite di Ilaria Catalani
  • Colori miei
  • Tempo impiegato: circa 2 ore
  • Software utilizzato: Photoshop
  • Tav. grafica Aiptek 8000U Pro (regalata dalla moglie!)




venerdì 9 febbraio 2007

in Malattia

Tempo addietro, durante una discussione con un caro amico, venni a conoscenza di una nuova forma di maniacalità - probabilmente maggiormente diffusa rispetto a quanto si possa pensare - indotta dall'utilizzo forsennato del computer e di internet, in genere. Se state leggendo questo post, indiscutibilmente avete una connessione, un browser ed una cognizione - più o meno vasta - del funzionamento della Grande Rete. Quanti di voi, nell'attesa dell'indirizzamento ad una pagina, mentre il sito viene caricato, proiettano lo sguardo sanguinolento verso l'angolino in basso a destra del monitor, per vedere l'avanzamento di quel quadrettino che indica lo stato di "loading" della pagina stessa?
Tutti, lo so, non fate i furbi.E quando scaricate - in maniera legale, ovviamente! - le copie pirata dei vostri album preferiti?
Non vi capita di inebetirvi di fronte la barra di avanzamento di download?
Bene, il mio caro amico di cui sopra - ave o Pierpaolo - soffre di questa strana sindrome che prende il nome - termine da me appena appena coniato - di "Sindrome Da Ancora Un Po E Ci Siamo!". Il caro Pierpaolo suole scaricare roba da quattro, cinque gigapatate e poi sta li, ore ed ore, a gurdare lo schermo e spingere con gli occhietti a mezz'asta quella sudicia barretta azzurra che indica il processo di download.
E' qualcosa di terribile e so per certo che ci siamo passati - o ne siamo ancora coinvolti - un po tutti. La S.D.A.U.P.E.C.S. è una malattia grave, gravissima!
Sindrome del nostro secolo, che colpisce tutti noi, nessuno escluso; dovreste vedere con che smania, mio padre, elenca la percentuale di avanzamento dello scarico di email... QUARANTASEIPERCENTO! QUARANTESETTEPERCENTO! QUARANTOTTOPERCENTO!! Aooo...e che è, s'è bloccato?... Ah no... QUARANTANOVEPERCENTO! CIIIINQUANTAAAPERCENTO!!!!
Lo rende felice. Più della parmigiana con le melanzane fritte di mia mamma, che farcisce con uova sode ed una spruzzatina di basilico.
Siamo fatti così, che vogliamo; non riusciamo proprio a godere del Momento.
E' un pò come nel sesso, no? Se sei troppo veloce, non va bene; se sei troppo lento, non va bene; se sei una via di mezzo, non va bene. Una volta, un amico, mi raccontò di quando, ritrovandosi in una situazione piuttosto intima e temendo della sua eccessiva "rapidità", scarto un condom "Ritardante per lui, stimolante per lei" ma, erroneamente, lo indossò al contrario. Non ebbe neanche il tempo di dire: "Oh no!Eccheccaz...!!". Sono cose che capitano. Dobbiamo vivere il tempo per quello che è, nulla di più.
Per quanto mi riguarda, la mia giornata tipo è, temporalmente, così composta:
  • h. 06.45 - sveglia
  • h. 07.00 - attivazione sinapsi cerebrali
  • h. 07.10 - avviso verbale di sollecito da parte di mia moglie
  • h. 07.15 - secondo avviso di sollecito
  • h. 07.20 - rissa manesca per scaraventarmi giù dal letto
  • h. 07.30 - colazione
  • h. 07.40 - pulizia del corpo
  • h. 07.50 - in macchina verso l'ufficio
  • h. 08.20 - in ufficio
  • h. 10.30 - risveglio ufficiale
  • h. 13.10 - pausa pranzo
  • h. 14.10 - rientro in ufficio
  • h. 17.20 - fine giornata lavorativa
  • h. 18.30 - al supermercato per la spesa
  • h. 18.50 - in fila, alla cassa del supermercato
  • h. 19.00 - ancora in fila...
  • h. 19.10 - sta fila non finisce più...
  • h. 19.20 - .. è finita. Pago ed esco.
  • h. 19.30 - entro in casa e vado al bagno
  • h. 19.50 - sono ancora chiuso al bagno... mi piace leggere, che volete!
  • h. 20.00 - una passata di aspirapolvere e\o pulizia generica della casa
  • h. 20.30 - a tavola, è pronto per cena!
  • h. 20.50 - lavo i piatti, che mi diverto e faccio il bravo maritino!
  • h. 21.00 - tutti spaparanzati sul divano a guardare un film che, solitamente, non m'interessa per niente!
  • h. 21.30 - cerco una scusa banale per alzarmi dal divano e scappare davanti al pc (Es. "Cara.. ma il pc l'ho spento? Aspè che vado a controllare..!!")
  • h. 21.32 - mia moglie viene a controllare e si accorge che ho barato, dalla vergogna spengo tutto e torno al film di cui non me ne frega nulla
  • h. 22.15 - mangio il mio abituale quadratino di cioccolata al latte (quella bianca!!YHUM!!)
  • h. 23.00 - il film ha avuto il suo effetto e mi ha devastato in pieno, non ho più la forza di reggere. Meglio dormire!!!

Ripetere Ad Libitum, sfumando...

N.B. Tranquilli... ho omesso certe "attività" perchè è roba privata, che vi pare!! ;-)


Morale della favola. E' vero che bisogna vivere il momento. Com'era? Ah si "Carpe Diem" mie cari.

Si... io il momento lo vorrei carpire, eccome... essere felice di ciò che vivo, godere appieno di ciò che faccio. E ci provo, ogni giorno, ad essere felice di ciò che ho. Non nascondo che ci riesco, anche piuttosto bene. Ma vi assicuro una cosa, parlo per esperienza: durante le due settimana a Bayahibe, Santo Domingo, sulla spiaggia bianca, con il mare cristallino, senza ufficio, vivere "il momento" era molto più "interessante", oserei dire. Mi spiegate, secondo voi, perchè?


Luogo: il problema trattato in questo post è figlio di questo secolo. In futuro, chissà.

Tempo: questa stramaledettissima pagina viene caricata in un Tempo troppo breve e non si riesce mai a divenir vittima della S.D.A.U.P.E.C.S.!!! Pierpaolo, per questo, mi odierà a morte! ;-)

giovedì 8 febbraio 2007

in Paese

Piccolo prologo: prendete circa quattrocento euro ed acquistate una XBox360, correte a casa e collegatela al vostro hiper-televisore al plasmaplutonico da 95 pollici. Adesso collegate la consolle alla linea ADSL da tantimegafagioli di velocità ed inserite un gioco per il multiplayer on line. Adesso chiamate i vostri amici cicciosi e pacioccosi (diciamo che quattro bastano) ed obbligateli a fare lo stesso. Bene, adesso siete belli e pronti per giocare online e sfidare i vostri paciocchi amici. Ovviamente avete investito in tv e bendidio vario tutti i vostri averi e non avete considerato l'opportunità di acquistare una cuffia, con annesso microfono alla Ambra, per dialogare con gli altri quattro amicozzi? Nessun problema, qualcuno ha pensato a voi.Vi riporto di seguito un articolo letto di recente in giro per la rete:

Arriva Trash Talk, l'insulto automatico
Datel ha creato l'add-on più perverso del secolo. Un semplice oggetto che connesso al controller dell'XBOX360 insulterà al vostro posto i giocatori avversari con la semplice pressione di un tasto. Ci sono messaggi di insulti preregistrati e non manca la possibilità di registrarne di personali, per creare frasi sempre nuove e affascinanti.Questa nuova periferica per XBOX360 costerà solo $39,90

Un joypad che insulta. Vorrei baciare in fronte - of course - il genio inventore di questo splendido aggeggio. Tu premi un tasto e lui tira un cartone di insulti verso gli altri giocatori. Ma ti rendi conto?
Metti su un gioco di calcio, l'amico ti rifila una pappina da fuori area e tu, di contro, gli spiattelli un "Vaffa" di tutto rispetto. Sublime.
Ricordo quando, anni addietro, mi sollazzavo quotidianamente con lo sport (quello vero!). Durante le partite di pallavolo era oramai un obbligo, nel momento in cui gli avversavi effettuavano la battuta, emettere all'unisono, con i compagni di squadra, un sonoro pernacchio, giusto a distrarre il nemico. Nove volte su dieci il pallone andava in rete ed era punto nostro! Dodici volte su dieci, invece, scappavamo a gambe levate dagli spogliatoi inseguiti dalla squadra avversaria. Permalosi!
Tornando all'oggetto del desiderio, mi chiedo: Perchè?
Per chi ha vissuto, come me, la nascita dei videogame - sono pioniere e quindi li chiamo ancora cosi! - sarà facile comprendere questa naturale evoluzione. C'era da aspettarselo che l'avrebbero fatto.
La mia prima consolle fu Intellivision, alla tenera età di cinque o sei anni. Lì una partita di pallone era uno schermo verde con quattro linee bianche, un quadratino ancor più luminoso ed una decina di quadretti, cinque viola e cinque gialli. Come per magia, non appena ti piazzavi davanti la tv, il quadrato bianco lo vedevi come un pallone di cuoio pestato, quel verde acceso diveniva un campo d'erba sottile e ben trattatata - sentivi quasi l'odore della terra - e quei dieci quadretti fluorescenti erano due squadre pronte a scontrarsi sul campo per la vittoria della coppa del mondo. In quei pixel ci vedevi le movenze di Platini, Zico, Scirea, Conti, e tutti quelli che volevi. Si chiamava Fantasia.
Il viodeogame era solo uno stimolo per mettere in moto una miriade di neuroni che, aiutati dalle immagini e dalle situazioni pseudo-simulate, schizzavano da una parte all'altra del cervello, uscendo fuori dalla cornea o dai padiglioni auricolari.
L'evoluzione, si sa, è una gran cosa ed oggi i giochi di calcio - continuando nell'esempio - hanno una verità talmente vera che sembra falsa. L'altra sera durante una partitella in compagnia della mia arzilla moglie - desiderio di tutti, eh già, avere una donna che pretende di giocare ai videogame di pallone, vero? - ci ritroviamo nella seguente situazione: partita da giocare nello stadio della nostra squadra; siamo in vantaggio con il risultato di tre a zero. Come accade nella realtà, prendiamo a "far girare la palla" passandola da un giocatore all'altro evitando che gli avversarsi se ne impossessino e... cosa ti accade? Il pubblico virtuale prende a seguire i nostri passaggi sottolineandoli con degli "OLE'" che ci lasciano ebetitamente a bocca aperta. Continuiamo questo torello ma, disgraziatamente, un avversario controllato dal computer interrompe la nostra azione soffiandoci via il pallone. Era inevitabile: lo stesso pubblico che osannava il nostro gioco ha preso, adesso, a fischiare a più non posso nei nostri confronti, rei di non aver saputo evitare il patatrack!
Quando vent'anni addietro manovravo dei pixel a forma di Platini, il pubblico virtuale non c'era. Giocavi in un religioso silenzio - la partita era sacra - ma nella tua testa sembrava di essere al Maracanà, ti inventavi gli applausi della gente, i fischi, i cori; ricordo benissimo che riuscivo ad immaginare anche la telecronaca - novello Pizzul! - "Bruno Conti si invola sulla fascia e prepara un cross verso il centro dell'area... stacco di Van Basten... incredibile respinta, ad una mano, di Yashin!". Ora dico: Conti e Van Basten non hanno mai giocato insieme e forse neanche si sono mai incontrati in vita loro, così come Yashin era del '29 e in quel periodo avrà avuto pressapoco sessant'anni; eppure quel videogame e la mia fantasia permettevano che un tale miracolo calcistico potesse avvenire! Oggi, invece, i produttori di videogame aggiornano costantemente le squadre, ne fanno la forza del loro prodotto: "Nuovo aggiornamento stagione 2007/2008!", "Unico gioco con nomi ufficiali!". Ok, ma io voglio Yashin in porta e Conti a crossare, ecchecavolo! Così come le licenze sui telecronisti: "Nuova edizione con telecronaca di Galeazzi!".
Io la telecronaca non la voglio, almeno quella lasciatela fare alla mia immaginazione, vi prego!!!
E adesso, ciliegina sulla torta, giusto per tornare all'argomento di apertura, ti inventano il joypad che lancia insulti. Era ovvio, no? Dovevo aspettarmelo. Paghi trentanove dollari e puoi permetterti il lusso di avere un joypad che impreca, al posto tuo!
Però così non va. Dov'è il divertimento se non posso più neanche mandare a quel paese gli altri giocatori semplicemente urlandogli contro un qualsivoglia impropero, a costo zero?

Tempo: I videogames sono nati intorno gli anni '80. In vent'anni la tecnologia ha compiuto passi da gigante e raggiunto mete inimmaginabili. Chissà cosa ci verrà proposto nei decenni a venire. Bella invenzione il progresso.
Luogo: Mi ha sempre appassionato l'idea di scoprire qual'è il Luogo a cui si fa riferimento nella tanto amata frase "Vai a quel paese!" ;-)

mercoledì 7 febbraio 2007

in Cattività

Oramai va di moda - soprattutto in ambito lavorativo - sottolineare la richiesta di una fantomatica "Capacità di mantenere ottimi rapporti interpersonali con il prossimo" o, meglio ancora, la predisposizione al "Lavoro in Team", "Lavoro di squadra" per chi è meno anglofono.
E' finita l'era dell'eroe solitario, non esiste più il lavoratore stacanovista e genio assoluto in grado, senza bisogno alcuno di risorse differenti dalle sue stesse capacità, di realizzare un prodotto valido, concorrenziale e fruibile al grande pubblico. Esorcizzata la figura del singolo individuo capace di dimostrare al mondo intiero le proprie capacità, oggi si tende - giustamente, per carità! - alla creazione di vere e proprie piccole organizzazioni che possono, sommando le forze di ogni partecipante, puntare a risultati semplicemente inavvicinabili se relazionati al singolo elemento.
Troppo facile portare degli esempi, ma ci si può provare:
  • Italia campione del mondo di calcio
  • Stephen King che, grazie a tutta quella gente che scrive per lui, pubblica due mattoni al mese
  • Gli X-Men che sconfiggono il buco nell'ozono
  • I Pooh che si reggono in piedi, a vicenda, dopo cinque secoli di (pseudo)musica
  • Topolino che, senza Pippo e Paperopoli, vale meno del prezzo di copertina

Potrei andare avanti ad oltranza, ma credo sia già più che sufficiente.

Abbiamo letto e sentito abbastanza riguardo "La Forza del Gruppo". Adesso, giusto per qualche minuto, perchè non discutiamo - parafrasando George Lucas e la sua doppia trilogia (ma avrà mai fatto dell'altro, sto tizio?) - del "Lato Oscuro del Gruppo"?

Ho vaghi ricordi di tutto ciò che è il sistema della pubblica istruzione, qualche aneddoto divertente, qualcuno un pò meno e una metodologia validissima d'approccio alle problematiche reali. Esistono sempre due variabili da considerare, indipendentemente dall'argomento trattato: il Luogo ed il Tempo.

Applicando tali reminiscenze scolastiche all'oggetto di questa discussione si rende necessario analizzare il luogo in cui il gruppo lavora e le tempistiche entro cui lo fa.

Un gruppo medio di quattro o cinque persone - in una situazione di vita lavorativa reale - agisce all'interno di un edificio, solitamente confinato in un'unica stanza. Il vano, nel migliore dei casi, è così accessoriato:

  • n° 1 Scrivania per due elementi del gruppo
  • n° 1 Telefono per due elementi del gruppo
  • n° 1 Stampante per due elementi del gruppo
  • n° 1 Personal computer (con relativi accessori) per elemento del gruppo
  • n° 1 Armadio contenente accessori di ufficio (cd, floppy, cartoleria varia, ecc.)
  • n° 2 Climatizzatori a pompa di calore (aria calda e aria fredda)
  • n° 2 Finestre con tendine e\o tapparelle

In più, i nostri, usano recarsi in ufficio con oggettistica personale di varia natura (dal cd di musica sino ai pupazzi in peluche di forme e misure più disparate, dall'immancabile cellulare dalla suoneria assurda agli addobbi natalizi).

E' inevitabile che il membro del gruppo che lavora confinato a lato della finestra avrà necessità di chiudere le tapparelle onde evitare l'accecamento da radiazioni solari, soprattutto nel periodo compreso tra il mezzodì ed il crepuscolo. Sicuramente, a fronte di ciò, gli altri abitanti - ma ne basta già uno soltanto - lamenterà la scarsa visibilità all'interno dell'ufficio, qualcuno l'incommensurabile sentimento di oppressione e grigiume interiore causato dalla scarsa illuminazione della stanza e, qualcun altro, il decesso prematuro di qualche sua pianta dovuto alla mancata sintesi clorofilliana.


In piena estate, quando la temperatura esterna raggiungerà quota 45°C,
esisterà almeno un membro del gruppo che, lamentandosi della temperatura troppo
fredda del locale, convertirà il climatizzatore passandolo da "Hot Summer" a "Long Long Winter" ed impostando una temperatura di almeno 30°C. In inverno, ovviamente, accadrà il contrario, con temperature polari sia all'esterno che, soprattutto, all'interno dell'edificio con relativa visita di pinguini ed orsi bianchi presso la sede in cui il gruppo lavora. Tali gesti - è da sottolineare - vengono spesso compiuti con premeditazione da parte del colpevole e nella più totale inconsapevolezza da parte dei restanti appartenenti al gruppo in oggetto.

All'interno del gruppo vi sarà sempre qualcuno che aprirà l'armadio e "prenderà in prestito" una biro blu, con la promessa di restituirla al più presto; promessa che, ovviamente, non ha alcun valore. Stesso discorso, ma molto più accentuato e frequente, in caso di floppy, cd e risme di carta formato A4 60 grammi (vanno a ruba!). Tali comportamenti, ovviamente, causeranno, nel migliore dei casi, un semplice e puro sentimento di astio tra gli abitanti.


Il telefono cellulare del vostro collega squillerà - per ore ed ore - sempre e soltanto quando lui è fuori stanza. Oltre alle telefonate, l'elemento, riceverà anche una balata di imprecazioni ed insulti vari da parte degli altri elementi.


Proprio quando nella stanza, finalmente, regnerà un pò di calma e di silenzio, un membro del gruppo deciderà di ascoltare la discografia completa, compresa di bootleg e registrazioni trafugate, dei System of a Down o di Miles Davis (a seconda dei gusti degli altri abitanti, verrà scelto il genere musicale opposto). Dopo le prime lamentele, il collega passerà all'utilizzo delle cuffiette, ovviamente mantenendo un livello talmente elevato da produrre all'esterno uno sgradevole e malsano stridio che vi farà subito esclamare "Meglio prima! Stacca quelle cuffie e collega nuovamente le casse!" e, come in un circolo vizioso, vortice di odio represso, si proporrà nuovamente la situazione di cui sopra.


Immancabile, ovviamente, la situazione in cui, per dover stampare quel documento che il vostro direttore voleva "Entro due minuti!!!", vi toccherà aspettare che il collega termini di stampare il manuale di cucina appena scaricato da internet per sua moglie che "stasera vuole preparare qualcosa di sfizioso", in formato pdf, di sole millesettecentoquarantasetteequalcosa pagine, quando per essere licenziati basterebbe un'attesa di circa trenta o quaranta pagine, fronte retro, non di più.


E come non citare la possibilità che il vostro collega di scrivania stia tenendo occupato il vostro telefono perchè immerso in una interessantissima conversazione con un amico che non vede da almeno sette anni - è appena tornato dal suo viaggio di lavoro in Papua Nuova Guinea - e non vuole essere disturbato, proprio mentre voi aspettate la telefonata da parte di vostra moglie che vi avvisa che il travaglio è al termine, le acque si sono rotte già da tempo immemore e tra cinque minuti entrerà in sala parto per la nascita del vostro primo figlio?


Questo è vivere in gruppo, in Cattività dico io.

Rimpiango i tempi in cui si lavorara soli soletti, chiusi in un garage o in una cantina o chessò io.Tornerei ben volentieri indietro si, magari non in un sottotetto o in un soppalco abusivo, magari in una stanza di casa mia, con la mia bella scrivania, il mio bel pc, mia moglie accanto, una bella giornata fuori, la chitarra ben in vista da utilizzare nei momenti di pausa, magari anche un bel panino al salame ed una bottiglia di Pepsi! Alla faccia del lavoro di gruppo, della "Capacità di mantenere ottimi rapporti interpersonali con il prossimo" e della "Predisposizione al lavoro in Team"!


I più attenti avranno notato come, parlando del gruppo, abbia fatto riferimento al Luogo omettendo il Tempo (le due variabili scolastiche per l'analisi dei fatti).

Ebbene si, il Tempo. Nel caso dell'argomento Gruppo, c'è un solo elemento temporale da considerare:

Per quanto Tempo si può continuare una vita di gruppo del genere? :-)

martedì 6 febbraio 2007

First shot!

Mi sembrava corretto, essendo un programmatore immerso nel mondo dell'informatica da più di quindici anni, avere un mio piccolo spazio on.line.
Sperando che questo blog cresca ogni giorno di più, sia come contenuti che come utenti.